L’Economist analizza il possibile ruolo di Giorgia Meloni come perno delle relazioni transatlantiche con Trump.
Secondo The Economist, la premier italiana Giorgia Meloni potrebbe rivelarsi una figura cruciale per le relazioni transatlantiche, in un’Europa ansiosa per un possibile secondo mandato di Donald Trump. “Il secondo mandato del tycoon è causa di molta ansia in Europa, un luogo che dipende dall’America per la sua difesa (attraverso la NATO, ma anche assicurando il flusso di armi all’Ucraina) e che le vende molte auto, borse e altri gingilli europei”.
L’analisi dell’Economist: un ruolo chiave per Giorgia Meloni
La ricerca di un leader europeo capace di mediare con Trump è al centro della riflessione: “Alla ricerca disperata di un ‘Trump-sussurratore’ che ammorbidisca il colpo, su Nato, Ucraina e, soprattutto, dazi ventilati dal tycoon, gli europei stanno setacciando i loro ranghi alla ricerca di qualcuno che possa tenere a freno il presidente mercuriale, qualora ciò fosse possibile”.
In questo contesto, Meloni emerge come una possibile scelta credibile: “La signora Meloni ha forse la pretesa più credibile. Ma l’avvicinamento all’America potrebbe mettere a repentaglio le relazioni più importanti con i suoi colleghi dell’UE”. Nonostante questo rischio, la premier italiana è riuscita a mantenere buoni rapporti sia con Bruxelles che con gli Stati Uniti, posizionandosi abilmente come una figura di equilibrio.
I rischi e le sfide per l’Europa
The Economist analizza anche le sfide interne al blocco europeo. Il gruppo Francia-Germania-Polonia, tradizionale pilastro dell’Unione, vive un momento di difficoltà: “Macron presiede la scena politica più caotica al di fuori della penisola coreana; la Germania di Olaf Scholz sarà probabilmente estromessa a febbraio; la Polonia deve affrontare un governo diviso, almeno fino alle elezioni presidenziali di primavera”. In questo contesto, “solo le istituzioni dell’UE hanno una leadership stabile. Ma Trump vede con disprezzo il blocco, l’apoteosi della definizione delle norme globaliste”.
Meloni si trova in una posizione peculiare: “Con un piede in due scarpe, viene dalla destra dura e può criticare i migranti e i tipi ‘svegli’ con lo stesso aplomb di chiunque altro a un raduno di Trump o Orban”. Tuttavia, la sua vicinanza a Trump potrebbe complicare le relazioni con i partner europei. Inoltre, l’Italia deve affrontare sfide specifiche: “Troppo export italiano verso gli Usa e poco import e bassa partecipazione al finanziamento della Nato”.
Il futuro della leadership di Meloni dipenderà dalla sua capacità di bilanciare queste tensioni. “La Meloni deve trovare un equilibrio: come trarre vantaggio dalla sua vicinanza a Trump senza alienarsi gli attuali alleati dell’UE. In passato, essere in buoni rapporti sia con l’Europa che con l’America era compatibile”.